Approfondimenti primo livello Reiki

Molti pensano che il secondo o terzo livello Reiki siano più importanti o efficaci del primo livello, ma le cose non sono proprio così.

Il primo livello è il più importante di tutti, in quanto in esso si apprendono le fondamenta stesse della disciplina. Come spiego sempre nei miei corsi di Reiki, lo scopo del primo livello è imparare l’arte del “non fare”.

Cosa si intende per l’arte del non fare, in apparenza la cosa più facile di tutte, e cioè, affidarsi completamente all’energia. Il bello del primo livello è che avendo delle posizioni prestabilite per fare i trattamenti, ci toglie dalla responsabilità di dover essere noi a scegliere e/o determinare come intervenire sulle persone trattate. Usui ci ha dato un semplice katà (sequenza di posizioni) da seguire indipendentemente dalle problematiche che si va a trattare. In questo Katà andiamo a toccare tutti i punti, gli organi, i centri e canali energetici del corpo umano. L’unica aggiunta che facciamo è di imporre alla fine del katà le mani sulla parte malata.

Come ben sappiamo l’energia di Reiki è intelligente in quanto è l’energia grazie alla quale tutto esiste nell’universo è la manifestazione della pura coscienza cosmica che ha creato, generato e che sostiene l’universo.

Con questa consapevolezza l’operatore Reiki non deve fare nulla se non imporre le mani sulle posizioni stabilite e lasciar fluire liberamente l’energia. Quando dico non fare nulla, intendo proprio nulla, cioè neanche mettere il pensiero nel trattamento. Facciamo un semplice esempio: se la persona che stiamo trattando ha male allo stomaco durante il trattamento non si deve pensare che l’energia debba lavorare sullo stomaco o che debba fargli passare il mal di stomaco. Perchè in questo caso andremmo ad influenzare l’energia stessa, in quanto l’energia segue sempre e comunque il pensiero (libero arbitrio). Questo comportamento della mente limiterebbe il campo di azione dell’energia. Ben sappiamo che tutte le problematiche fisiche hanno dal punto di vista spirituale una origine psico-somatico-spirituale, pertanto se l’operatore Reiki durante il trattamento indirizza l’energia o mette un’intezione questo andrà come già detto a limitare il campo di azione della stessa indirizzandola allo stomaco e non sulle caause psico spirituali che hanno determinato l’insorgere del disturbo.

Certo, è molto difficile tenere la mente fuori dal trattamento ma il buon Maestro Usui ci ha dato uno strumento fondamentale ed importantissimo per imparare a tenere la mente al suo posto. Questo strumento è la “Meditazione”. La meditazione oltre darci un’infinità di benefici per la nostra crescita spirituale è altresì fondamentale per mettere dal parte la mente (l’ego) durante i trattamenti di Reiki. Solo chi ha raggiunto un buon livello di capacità meditativa riuscirà a rimanere mentalmente neutrale durante il trattamento Reiki. Come già spiegato in altre pagine del sito il buon aspirante spirituale deve lavorare quotidianamente su tre aspetti fondamentali, che sono il servizio disinteressato o Karma Yoga, il controllo della mente e la meditazione. Il trattamento Reiki dovrebbe essere il momento in cui questi tre aspetti si fondono insieme per permettere all’operatore di diventare il miglior canale possibile per l’energia.

Il fatto stesso di avere delle posizioni prestabilite serve a tenere fuori l’ego così possiamo allenare la nostra mente ad essere solamente un osservatore esterno senza giudizio e senza aspettativa.

Solo dopo aver maturato questa consapevolezza ed acquisito questa capacità di controllo della mente dovremmo apprestarci ad intraprendere il secondo livello di Reiki. Solamente in questo caso saremo in grado di comprendere e usare consapevolmente tutte le tecniche del secondo livello.

Accedere al secondo livello non significa mettere da parte le tecniche del primo, ma solamente avere degli strumenti in più per lavorare su noi stessi e di conseguenza migliorare e potenziare l’efficacia dei trattamenti.

Non dimentichiamo mai qual’è il vero scopo del Reiki, “l’Hanshin Ritsumei” l’assoluta pace interiore.

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