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REIKI COME GUARIGIONE SPIRITUALE

LA VISIONE OLISTICA DELLA MALATTIA

Il Reiki e la Tripartizione dell’Essere Umano Il Reiki è una pratica che considera l’essere umano in una tripartizione composta da “Corpo, Mente/Emozioni e Spirito”. Per comprendere appieno questa prospettiva, è importante esplorare il concetto di malattia dal punto di vista olistico. L’Approccio Olistico Il termine “olistico”, derivato dal greco e significante “Il Tutto” o “L’Insieme”, indica che l’essere umano non può essere ridotto esclusivamente al suo aspetto fisico, ovvero il corpo. Al contrario, l’essere umano è una complessa ma al contempo semplice e reale combinazione di componenti che includono mente, emozioni e spirito. 

La Guarigione Spirituale del Reiki Va ricordato che il Reiki mira a una guarigione completa, sia fisica che spirituale. Per comprendere appieno questa prospettiva, è necessario approfondire la natura dell’essere, considerando anche la dimensione spirituale o animica. 

La Visione Spirituale Della Malattia Dal punto di vista olistico, la malattia non rappresenta altro che l’ultimo campanello d’allarme che indica un allontanamento dalla nostra vera natura. In questa prospettiva, la malattia è vista come benedizione poiché offre un potente mezzo di crescita e consapevolezza. Per comprendere meglio questa visione, è utile riconoscere la tripartizione di Corpo, Mente/Emozioni e Spirito o Anima. 

  Un esempio olistico Per chiarire questa prospettiva, consideriamo l’esempio dell’influenza, spesso attribuita a un agente esterno come un virus. Sebbene il virus sia una causa materiale della malattia, non rappresenta l’unico elemento coinvolto. Altrimenti, ogni volta che il virus dell’influenza circola, tutti dovrebbero ammalarsi, il che non accade. La risposta risiede nella salute del sistema immunitario, che è influenzata anche da fattori emotivi. 

  Le Emozioni e la Salute Le emozioni sono parte integrante della nostra vita quotidiana, ma molte di esse sono negative. Queste emozioni scatenano reazioni biochimiche nel corpo, influenzando il benessere fisico. La visione olistica della malattia sostiene che le emozioni negative protratte nel tempo possono somatizzarsi nel corpo, creando le basi per varie malattie. In questa prospettiva, siamo noi stessi a causare le nostre malattie. 

  Le Radici delle Emozioni Negativo La presenza di emozioni negative è spiegata dal modo in cui percepiamo la realtà, basato su esperienze passate e condizionamenti culturali. Le nostre emozioni sono il risultato dei nostri pensieri e punti di vista, spesso influenzati da credenze sociali e personali. 

  L’Anima come Guida Spirituale L’articolo sottolinea che tutti noi abbiamo un’anima, una parte di noi costantemente connessa all’energia divina. L’anima è la nostra coscienza, persiste anche dopo la morte del corpo fisico ed è responsabile di portare con sé esperienze passate, talenti e lati oscuri. 

  Libertà dalla repressione dei Talenti Molto spesso, la società ei condizionamenti culturali possono reprimere i nostri talenti naturali. Questo è un grave errore poiché i talenti rappresentano doni che portano gioia e amore nella nostra vita, aiutandoci a superare le sfide e ad affrontare i lati oscuri. 

  Riscoprire la Nostra Natura Divina Il compito principale per ciascuno di noi è riscoprire la nostra natura divina. Questo richiede strumenti come il Reiki, che ci aiuta a ristabilire l’equilibrio interno, a riportare armonia nelle nostre vite ea guarire sia spiritualmente che fisicamente.

  La Guarigione Spirituale del Reiki Il Reiki è un dono per l’umanità, in grado di condurci verso l’ordine originario. Questa energia non segue il pensiero terapeutico tradizionale, ma ricollega l’individuo all’armonia dell’universo, stimolando l’autoguarigione naturale. 

  Conclusione In pratica, il Reiki offre una prospettiva diversa sulla guarigione, lavorando su corpo, mente, emozioni e spirito senza la necessità di una diagnosi specifica. Rappresenta uno strumento per ristabilire l’equilibrio interno e promuovere una guarigione causale totale, apportando cambiamenti positivi nella vita delle persone. I diversi effetti del Reiki possono essere descritti in modo succinto come segue: Il Reiki sollecita l’auto-guarigione naturale. Il Reiki vivifica il corpo e lo spirito. Il Reiki ripristina l’armonia psichica ed il benessere spirituale. Il Reiki esplica il proprio effetto su tutti i piani, il piano fisico, quello spirituale, quello emotivo e psichico. Il Reiki equilibra la nostra riserva di energia. Il Reiki scioglie i blocchi e sollecita la completa distensione. Il Reiki purifica dai veleni. Il Reiki si adegua alle necessità naturali del soggetto. Il Reiki è efficace sulle piante e anche sugli animali. Il Reiki è in metodo di guarigione estremamente piacevole e globale. Inoltre vorrei aggiungere che il Reiki non può mai danneggiare, perché esso interviene nella precisa quantità richiesta dal paziente. 

 “I metodi migliori sono quelli che aiutano l’Energia Vitale a riprendere il proprio compito terapeutico intrinseco.”                                                                                               Paramahansa Yogananda

UTILIZZI REIKI

TUTTO QUELLO CHE PUOI TRATTARE CON REIKI

Il Reiki è una pratica energetica che può essere applicata in diversi contesti:

Su di noi stessi: Effettuare un autotrattamento quotidiano può rilassare, rafforzare il sistema immunitario e aiutare a superare problemi fisici ed emotivi.

Sulle altre persone: Il Reiki è utile in una vasta gamma di patologie, poiché rinforza il sistema immunitario e apporta energia, facilitando la capacità del corpo di avviare processi di autoguarigione.

Agli animali: Si può trattare qualsiasi animale, dai pesci ai cani e gatti, contribuendo al loro benessere e comfort. Il trattamento può essere fatto a distanza utilizzando simboli speciali.

Alle piante: Le piante in casa possono beneficiare dei trattamenti Reiki, rendendole più robuste e rigogliose.

Agli alimenti: trattare gli alimenti li purifica, li rende più digeribili e aumenta il loro livello, apportando benefici all'organismo.

Ai farmaci: Il trattamento Reiki può amplificare le proprietà curative dei farmaci e ridurre gli effetti collaterali.

Agli oggetti: Il Reiki può essere utilizzato su oggetti come bende o vestiti per favorire la guarigione o il benessere.

Come fare Reiki agli animali
Come fare Reiki alle piante
L'importanza di trattare il cibo con Reiki
L'importanza di trattare i farmaci con Reiki

IMPARARE REIKI

"Per imparare il Reiki non è necessaria alcuna predisposizione particolare o conoscenza medica. Attraverso un processo di armonizzazione energetica, i canali energetici dei candidati vengono attivati ​​per diventare veicoli di questa energia di guarigione. L'energia del Reiki è intelligente e agisce autonomamente dove è necessaria. L'unico requisito essenziale è il desiderio di migliorare la propria vita e salute. In altre parole, il Reiki è alla portata di chiunque, senza distinzioni veramente. L'elemento cruciale è volerlo, unito al forte desiderio di apportare un cambiamento positivo nella propria vita e apprendere ad amarsi di più.È fondamentale chiarire un aspetto importante per evitare false credenze o illusioni: ricevere il Reiki non significa possedere una bacchetta magica. Se pensi che avere questo strumento ti rende automaticamente speciale o migliore degli altri, o che possa risolvere tutti i tuoi problemi, ti consigliamo di riflettere attentamente. Approccia il Reiki con umiltà e consapevolezza del fatto che tutto ha un prezzo. Non intendiamo un costo finanziario, ma come per tutto nella vita, è necessario dare per ricevere. Il Reiki è uno strumento potentissimo , ma richiede un impegno costante e continuo da parte tua, ogni giorno della tua vita." . Luce, Amore e Pace Om Shanti Om Gianluigi

INIZIAZIONE REIKI LE ATTIVAZIONI REIJU

"Nell'Occidente, quando si introduce le persone alla pratica del Reiki, si usano spesso i termini "iniziazione", "attivazione" e "armonizzazione", ma il termine corretto utilizzato dal fondatore del Reiki, Usui, è "Reiju". "Reiju" significa "donare Reiki". Può essere scritto in due modi, ognuno rappresentante un diverso significato in giapponese. Uno dei kanji utilizzati significa "accettare la spiritualità", mentre l'altro significa "dare la spiritualità". In questo contesto, "spiritualità" si riferisce alla connessione con il Reiki. Il Reiju è il metodo attraverso il quale l'abilità del Reiki viene trasferita agli aspiranti praticanti. Nella scuola Reiki Gakkai, fondata da Usui, il Reiju è praticato frequentemente. Tuttavia, il tipo di Reiju spesso ricevuto non è lo stesso utilizzato per trasmettere i diversi livelli noti come Reiju Shoden, Chuden, Okuden e Shinpiden, rispettivamente dal primo al quarto livello. In questo caso, si parla di "reiju aperto". Il Reiju rappresenta un "conferimento di potere spirituale" e va oltre una semplice attivazione energetica. Il Reiju rafforza costantemente il collegamento dello studente con il Reiki, amplificandone la forza e contribuendo al suo sviluppo spirituale, guidandolo nel suo percorso evolutivo. Ricevere regolarmente il Reiju è fondamentale per lo sviluppo completo delle capacità Reiji/Byosen, che consentono all'operatore di identificare ed esaminare le malattie a livello energetico. Gli studenti della Gakkai possono dover attendere fino a dieci anni prima di sviluppare tali abilità e accedere alla preparazione del "Secondo Livello", noto come Shoden. Anche dopo aver raggiunto il Secondo Livello, gli studenti continuano a ricevere regolarmente il Reiju per il loro progresso nel livello. La tecnica per l'attivazione del Reiju è insegnata a tutti i Maestri Reiki nei miei corsi e viene praticata durante le sessioni di scambio Reiki per tutti gli studenti. Personalmente, offro il Reiju ogni mercoledì sera per dare l'opportunità agli studenti interessati di sperimentare questa esperienza. Nel corso degli anni, molti studenti hanno continuato a ricevere queste attivazioni settimanalmente o quasi. Se desideri ricevere il Reiju, sei invitato a partecipare alle serate di scambio Reiki." Luce e Amore a Tutti Om Shanti Om Gianluigi

VOLONTARIATO REIKI

LE TUE MANI PER ALLEVIARE LA SOFFERENZA DI CHI E’ MENO FORTUNATO. SI CERCANO OPERATORI REIKI VOLONTARI PER FARE TRATTAMENTI: 

 Saltuariamente si organizzano giornate di volontariato presso varie strutture RSA, Ospedali o altro. Un aiuto concreto a coloro che soffrono e hanno bisogno di Amore e Conforto, con le tue mani puoi partecipare ad alleviare la sofferenza dei tuoi fratelli. L’energia di Reiki è un ottimo strumento per diffondere Amore e Compassione, partecipa con gioia alla nostra iniziativa. Per info – 329.7223672 Associazione Italiana Reiki Giornata di Volontariato Presso RSA Mater Fideis di Milano Testimonianze: Per me è stato fantastico. Mi ha piaciuto  fare reiki nelle persone, mi ha anche piaciuto il gruppo che eravamo e l’ambiente della Casa di Riposo. Maise Sabato ho partecipato ad un evento che dire che è stato fantastico non rende bene l’idea. Ci siamo incontrati con un gruppo di noi davanti alla RSA Master Fidelis a Quarto Oggiaro per donare Reiki agli ospiti ed ai parenti in forma volontaria. Già dalla partenza ci siamo resi conto che la giornata sarebbe stata piena di emozioni, ma non ci aspettavamo tanto …. Arrivati nel posto ci siamo divisi in gruppi ed alcuni di noi sono stati acompagnati ditettamente nei reparti mentre per altri è stata attrezzata una stanza dove chi voleva poteva fermarsi per un trattamento. Io ho avuto l’onore di far parte del gruppo che si è recato nei reparti ed è stata davvero un’esperienza che mi ha toccato il cuore … vedere nel volto di chi soffre un briciolo di serenità non ha prezzo. Quando la giornata è finita il mio stupore è stato notare che anzichè essere stanca ero davvero carica … è proprio vero, la forza che ha l’amore non ha eguali e quando doni partendo dal cuore e non dall’ego tutto ti ritorna raddoppiato. Ringrazio chi mi ha permesso di essere presente e chi, soprattutto dei miei vecchietti, si è lasciato trattare. Alla prox! Manuela

Le mani nel cuore


Perché ero li?

Perché ero li Certo, come dice Amma, si è sicuramente spinti dal fatto che l’ego viene nutrito dal poter aiutare gli altri ma questa spinta passa subito e viene rimpiazzato dal vero significato del fare Reiki per me ovvero: ” Mio Dio, io sono qua, disponibile, dimmi cosa devo fare e io lo faccio e se non me lo dici direttamente, mi guardo intorno e agisco”. E questa è stata una bella oppurtunità e ringrazio.

Aspettative 

Sempre più non c’è stata aspettativa in me e nemmeno nelle persone che ho trattato anche perché la maggior parte di loro non sapeva nemmeno chi fosse. Proprio per questo è’ stato più semplice rimanere distaccati dal trattamento ed è stato più bello assaporare quello che stavo facendo, più genuino. Ero li per aiutare senza sapere cosa e chi. Quindi c’è stata diversità nel trattare persone in reparto e persone che venivano li appositamente per farsi trattare. Questi ultimi sai che ti “testano” sempre

Il gruppo Reiki

Il Reiki sicuramente ci unisce. Unisce gli animi che vogliono sperimentare ad aiutare. Siamo un bel gruppo, siamo armati di entusiasmo ognuno per le sue motivazioni, c’è tanta energia quando siamo insieme, poi c’è chi trascina e chi si fa trascinare. Siamo una forza. Aiutare gli altri dovrebbe essere parte della nostra vita. La cosa più bella è rendersi conto di questo e agire di conseguenza con i propri mezzi. In gruppo o in solitaria, la missione non cambia

Concludo 

Cos’ho provato sabato? Entrare in RSA e fare Reiki è stato come preparare il pranzo per la mia famiglia. E’ stato giusto e normale farlo. E’ come se mi fossi immersa nel silenzio della mia volontà di condividere me stessa con chi voleva e/o ne aveva bisogno. Questo è il mio sentire. Io che vivevo per esplosioni emotive… mi raccolgo nel silenzio. Punto. Francesca Per me è stata una bella esperienza (di cui Per altro ero convinta) la prox volta potrebbe essere anche meglio. Grazie x questa opportunità e ti auguro una buona estate, un cordiale saluto. Virginia Innanzitutto grazie dell’opportunità, non avevo idea di cosa aspettarmi, mentre ero per strada ho fatto una specie di check list: mi sono dimenticato qualche cosa? Ho portato tutto? Cosa mi serve? e la risposta è stata semplicemente: tu sei lo strumento, tu hai tutto ciò di cui hai od avrai bisogno. Chiarito questo non mi restava che presentarmi alle porte. Una volta entrato devo dire che tutta quella sicurezza era un pò evaporata, ma mi son detto; sai quello che devi fare, l’hai fatto centinaia di volte, quindi rilassati e vai a fare quello che devi fare e cioè “niente”. La prima persona è arrivata ed io la la mia compagna “Reikista” ci siamo messi all’opera e poi la seconda, la terza e così via, alla fine di ogni trattamento ci sono state delle domande alle quali ero più che felice di rispondere, non ho dovuto pensare a cosa dire le risoste sono venute spontanee, risposte semplici che però sono bastate ad esaudire le loro curiosità. Come sempre Hibiki è stato diverso con le diverse persone, in alcuni casi ho usato dei simboli e sono stato attento alle varie sensazioni che percepivo non solo nelle mani, ma anche nelle altre parti del corpo, cercando sempre di avere una mente libera da pensieri, riuscito molto bene grazie alla meditazione che praticavo durante i trattamenti. Le due ore sono passate in un lampo, il “Reiki Team” è stato secondo me molto unito/affiatato e preparato. Come prima esperienza con persone sconosciute (che poi dopo il trattamento mi sembrava di conoscerle intimamente) è stato al di sopra di quello che mi sono sempre immaginato. Grazie Angelo La giornata di oggi mi ha fatto apprezzare fino in fondo l’esperienza del Reiki in quella che è forse la sua essenza che non è tanto e non solo l’autotrattamento e i trattamenti che ci scambiamo il giovedì con gli amici del gruppo di Melegnano, ma è il donare amore a chi veramente soffre. Una considerazione di carattere più pratico sempre molto positiva, è come il Reiki sia uno strumento in fondo di semplice apprendimento, almeno come primo livello, e come possa sortire grandi risultati, ritengo sia un mezzo gigantesco al servizio del volontariato. Grazie Niccolò Volevo condividere questa esperienza straordinaria. Abbiamo avuto un grande dono, gli ospiti di questa r.s.a, ci hanno permesso di vivere questa giornata con amore, serenità.Il dono più grande sono stati proprio questi esseri speciali. Ringraziato il master Gianluigi Costa,e tutti i compagni di viaggio. Anna

APPLICAZIONE DI REIKI

COME SI APPLICA IL PRIMO LIVELLO:

Lavorare con Reiki di primo livello è veramente molto semplice. In realtà non c'è bisogno di avere conoscenze particolari, ne mediche e neanche anatomiche, in quanto l'energia di Reiki, che èintelligente, va a lavorare laddove è necessario, senza che l'operatore ne sia consapevole. L'operatore Reiki deve semplicemente limitarsi ad imporre le mani sul soggetto, seguendo un ordine prestabilito di posizioni. Tali posizioni vanno a toccare tutti gli organi interni principali, il sistema endocrino, quello nervoso e quello energetico. In questo modo l'energia di Reiki fluisce liberamente nel soggetto, andando a ristabilire quegli equilibri che sono venuti meno con il passare del tempo. Il fatto di seguire un ordine prestabilito di posizioni, libera l'operatore da qualsiasi responsabilità e gli permette di essere ricettivo ad eventuali sensazioni (hibiki). Tali sensazioni possono essere di natura sensoriale, visiva, uditiva, tattile etc. Infatti il modo migliore per lavorare con Reiki di primo livello è portare l'attenzione alle nostre mani e a tutta quella serie di messaggi extrasensoriali elencati sopra. Questa è un'esperienza fondamentale per sviluppare un minimo di sensibilità che ci permetterà di ottimizzare il modus operandi con il secondo livello.

COME SI APPLICA IL SECONDO LIVELLO:

Con il secondo livello l'operatore riceve ulteriori conoscenze, che gli daranno ulteriori strumenti per operare in modo più mirato ed efficace. Ma, per far si che questi strumenti siano adoperati nel modo migliore è bene aver acquisito una certa sensibilità. Cosa che avviene sicuramente se si è fatta una buona esperienza con il primo livello. Anche con il secondo livello lavorare con Reiki è molto semplice e intuitivo, abbiamo una serie tecniche atte a raggiungere uno scopo ben preciso, sul piano fisico, mentale e spirituale. Tutto questo anche grazie all'uso degli shirishi (simboli).

COME SI APPLICA IL TERZO LIVELLO E/O MASTER: 

 Con il terzo livello, da prendere solo dopo aver maturato una notevole esperienza con il secondo, si inizia a lavorare in modo ancor più mirato e sottile. Infatti l'operatore avrà a disposizione delle tecniche particolari come quella di scansione del corpo e dell'Aura che gli permetteranno di individuare blocchi di energia e molte altre disfunzioni. Avrà a disposizione la tecnica di irraggiamento, oltre ad una sempre maggiore sensibilità che avrà acquisito in precedenza. Lavorare con Reiki è veramente semplice e fantastico allo stesso tempo, tutti possono accedere a queste conoscenze e risvegliare in se la capacità di incanalare e convogliare questa fantastica energia di guarigione spirituale che possiamo semplicemente chiamare "AMORE".

Grazie a tutti voi, che mi date la possibilità di condividere queste esperienze, crescere e imparare.

Om Shanti Om Gianluigi

Cos'è veramente Reiki e perchè funziona

COME AGISCE REIKI

Mi scuso in anticipo con tutti per la concisione e la semplificazione nello spiegare dei concetti che richiederebbero molto più spazio. Ma non è questo il contesto per un approfondimento più completo. Chi fosse interessato ad approfondire può trovare facilmente molti libri su questi argomenti, o può partecipare a conferenze o seminari in merito. Per quanto mi riguarda, nei miei seminari e nelle mie conferenze, quando mi è richiesto do spiegazioni più dettagliate. Nelle seguenti spiegazioni cercherò di utilizzare un linguaggio semplice, in modo da rendere il più comprensibile possibile quanto esposto. Benchè nel trattamento del Reiki si usi come mezzo di contatto il corpo fisico del paziente per potergli trasmettere attraverso le nostre mani l’Energia Vitale, l’azione del Reiki non resta limitata al piano fisico. Essa pervade tutte le sfere di cui l’essere è composto, Corpo fisico, Emozioni/Mente, e Spirito. Una malattia o un indebolimento organico sono pur sempre solo l’espressione fisica di un ordine basilare che non funziona più correttamente. Il corpo, la mente e lo spirito sono un’unica entità, che l’uomo di li oggi vive come se fossero degli aspetti separati o ancor peggio, delle parti in conflitto tra loro. Un sintomo non è altro che una nostra estromissione da questa unità intima. A questo proposito desidero citare alcune parole del Dr. Edward Bach (1886-1936), il fondatore della terapia Bach-bluten (Fiori di Bach, fiori che guariscono attraverso l’anima): “Gli attuali metodi materialistici non sono assolutamente in grado di guarire o estirpare la malattia, per il semplice motivo che la malattia non ha una causa materiale……….. Ciò che noi conosciamo come malattia è solo l’ultimo stadio di un sott’ordine più profondo”. Reiki agisce contemporaneamente sul corpo, sulla mente e sullo spirito, pertanto è da considerarsi a tutti gli effetti un metodo Olistico (cioè, che lavora sulla totalità dell’essere), aiutandoci a ristabilire l’ordine originario che è venuto meno. In questo modo Reiki non lavora solamente sul corpo e sul sintomo, ma anche sulle emozioni e sulla mente, e cosa più importante ci permette di riprendere contatto e coscienza della nostra parte spirituale. E’ per questo che solitamente amo dire, durante i miei seminari, che la guarigione del corpo non è altro che un effetto collaterale della nostra Guarigione Spirituale. In realtà, questo è stato l’insegnamento del Cristo, di Buddha e di tutti i grandi Maestri che hanno solcato la nostra amata Terra. Spero di esservi stato di aiuto per meglio comprendere questo antico metodo di Guarigione Spirituale ed auguro a tutti voi una vita piena di Luce, Amore e Pace. Om Shanti Om Gianluigi

 

IL TRATTAMENTO REIKI

"Il Trattamento Reiki: Guarigione e Benessere" Introduzione: Benvenuti nella nostra sezione dedicata al trattamento Reiki, un'antica pratica di guarigione e rilassamento. Scopriremo cos'è il Reiki, come funziona ei suoi benefici. Cos'è il Reiki: Il Reiki è una tecnica di guarigione energetica giapponese che si basa sull'uso delle mani per canalizzare l'energia vitale universale verso una persona. Questa energia è chiamata "Ki" o "Chi" ed è presente in ogni essere vivente. Come Funziona il Trattamento Reiki: Durante una sessione di Reiki, il praticante posiziona le mani in punti specifici del corpo del ricevente. L'energia Reiki fluisce attraverso le mani del praticante e aiuta a ristabilire l'equilibrio energetico del corpo. I Benefici del Reiki:
  • Riduzione dello stress e dell'ansia.
  • Miglioramento del benessere generale.
  • Accelerazione del processo di guarigione.
  • Aumento della consapevolezza e della tranquillità.
  • Rafforzamento del sistema immunitario.
I BENEFICI DEL REIKI

L’AUTO TRATTAMENTO REIKI

L’Auto Trattamento Reiki, è una particolarità di questa disciplina, infatti non tutte le terapie energetiche danno l’ opportunità di effettuare auto trattamenti. Per esempio la pranoterapia non prevede questo tipo di pratica. 

  Questa pratica è consigliata quotidianamente a tutti i praticanti Reiki, quale potente strumento di crescita spirituale,  di benessere psicofisico e di conseguenza prevenzione per la salute. In anni di pratica ho potuto riscontrarne i grandi effetti benefici, su me stesso, ma, anche su tutte le persone che con volontà, determinazione e impegno hanno praticato costantemente l’auto trattamento. L’auto trattamento, è molto importante in quanto è un momento interamente dedicato a noi stessi, per donarci Amore, Luce e Pace. In questo modo vedremo migliorare giorno dopo giorno la nostra vita in tutti i suoi aspetti. 

  Consigli su come affrontare l'auto trattamento reiki: Trova un luogo tranquillo nella tua casa, dove sarai sicuro di non essere disturbati, stacca il telefono e avvisa chi vive con te di non disturbarti. Una cosa molto importante è di creare una piccola cerimonia di preparazione, questo renderà ancora più efficace e magico questo momento. Lavati le mani, sciacquati il viso con acqua fredda, mettiti degli indumenti comodi, accendi un incenso, una candela bianca, metti una musica rilassante di sottofondo e inizia con la meditazione Gassho o centratura sul Cuore in caso di Reiki occidentale. 

 Ora sei pronto per iniziare a donarti Reiki e goderti questo momento in assoluta pace e tranquillità. Un altro consiglio è quando fare tutto ciò. Ci sono dei momenti durante la giornata con delle condizioni energetiche ottimali? L'alba ed il tramonto, ma anche un'ora prima o dopo. In questi orari c'è una maggior concentrazione di Prana nell'aria, pertanto anche il nostro auto trattamento ne godrà maggiormente. 

 Personalmente faccio le mie pratiche di meditazione e auto trattamento si alla mattina che alla sera, ma, se dovessi scegliere tra uno dei due, la scelta cadrebbe sulla mattina. Perchè, è importante iniziare bene la giornata in pace con se stessi e con il mondo. Comunque indipendentemente da quando farete il vostro auto trattamento, la cosa veramente importante è farlo quotidianamente, solo così il suo effetto sarà veramente efficace e duraturo nel tempo. Tutto questo è molto importante se vogliamo portare più armonia nella nostra vita è bene che la creiamo prima dentro di noi, altrimenti tutti gli sforzi che facciamo diventano inutili. Qualcuno 2000 anni fa disse: "Ama il prossimo Tuo come Te stesso", ma, molto spesso queste parole sono state fraintese. 

Ci hanno sempre detto di donarci agli altri di di aiutare i bisognosi e di diffondere Amore intorno a noi. Ma, non ci hanno mai, o quasi mai insegnato a creare queste condizioni dentro di noi. E, vi garantisco cari amici, che se non riusciamo a creare queste condizioni nel nostro cuore sarà molto difficile riuscire a donare qualcosa di veramente efficace agli altri. Per questo è importantissimo fare qualcosa per se stessi, l'auto trattamento è uno strumento molto potente per riuscire a manifestare tutto questo dentro di noi. unica e vera condizione per poter donare agli altri. 

Ricordatevi sempre che è impossibile dare quello che non abbiamo. E' solo portando Luce e Amore nella nostra vita che riusciremo a donare questi fantastici doni anche agli altri, ciao a tutti e buon auto trattamento reiki.

 

IL TRATTAMENTO REIKI DEL MAESTRO USUI

Dopo anni di conoscenza di questa tecnica originale del Maestro Mikao Usui, ho deciso di renderla pubblica e condividerla con tutti gli operatori di Reiki. Il Maestro Usui usava trattare solamente la testa ed il seguito la parte malata. Molti di voi potrebbere essere perplessi in quanti vi sarà stato insegnato a trattare oltre la testa molte altre parti del corpo. In esseffi se si conosce la struttura sottile dei canali energetici del corpo umano e il corretto fluire dell’energia risulterà assolutamente logico che Usui trattava solo la testa e la parte malata. L’ energia nel corpo umano entra da un punto specifico che è chiamato “Bocca di Dio” esso corrisponde al polo negativo di Ajna chakra. da questo polo negativo, l’energia passa a quello positive per poi scendere lungo la Sushumna e da lì viene poi assorbita e distribuita dai chakra. In questo video Gianluigi ti mostra il trattamento del Maestro Usui.


Il trattamento Reiki originale del Maestro Usui

I CINQUE PRINCIPI DEL REIKI

I Cinque Principi

I Cinque principi Reiki

Preambolo Shofuku no hiho = Il metodo segreto per inviare la felicità Manbyo Reiyaku no= La meravigliosa medicina per tutte le malattie

Principi

Solo per Oggi: 
  1 Kyo dakewa Ikaruna = Non ti arrabbiare 
  2 Shimpai suna = Non ti preoccupare 
  3 Kansha shite = Sii grato 
 4 Gyo wo hageme = Svolgi il tuo lavoro con dedizione 
 5 Hito ni shinsetsu ni = Sii gentile con tutte le persone 

Indicazioni 

 Alla mattina e alla sera siedi = Asa yu Gassho shite, Nella posizione Gassho e Kokoro ni nenji, ripeti queste parole Kuchi ni tonahe yo. la voce alta e nel tuo cuore. Per l’evoluzione del corpo e Shinshin kaizen, Dell’anima, Usui Reiki Ryoho. Usui Reiki Ryoho. Il fondatore Mikao Usui. Chosso Usui Mikao. In merito ai cinque principi, consigliamo di pronunciarli in prima persona: non sono adirato; ecc. Kyo dake wa - 

Solo per oggi 

  Le parole “solo per oggi” (o anche “proprio oggi” a seconda delle traduzioni) che si recitano all'inizio dei cinque principi sono un evidente richiamo a vivere il presente, il qui ed ora”, senza pensare al passato, che è già trascorso, e neppure al futuro, perché deve ancora accadere. Imparare a vivere il presente significa imparare a vivere consapevolmente, attimo per attimo, come insegnano tutti i maestri spirituali.  Queste semplici parole iniziali sono proprio quelle che rendono applicabili e realistici i 5 principi: sarebbe infatti poco credibile se affermassimo “Per tutta la vita non…”, mentre limitarsi a dire “solo per oggi” rende sicuramente il compito più semplice e meno gravoso. E’ un po' come quando da bambini ci veniva chiesto di fare un fioretto per un giorno, due giorni o al massimo una settimana.  Un piccolo impegno, un piccolo sacrificio, per migliorare il nostro comportamento e chiedere la grazia per qualcosa di importante. I cinque principi si suddividono in due categorie:
  1. ciò che dobbiamo imparare a non fare, e riguarda principalmente tutti gli automatismi negativi che subiamo continuamente;
  2. ciò che di virtuoso dobbiamo imparare a mettere in pratica quotidianamente. 

1-Ikaru na - Non ti arrabbiare

la collera è un atteggiamento di reazione (automatismo) a fronte di una paura, di un’ingiustizia o di un qualcosa che non si è risolto come desideravamo; in ogni caso, è sempre conseguenza di una paura spesso associata anche alla non affermazione di sé. È un atteggiamento che offusca la mente. Imparando ad accettare le proprie debolezze e i propri limiti, riconoscendo che il problema è dentro di noi e non fuori, non solo si otterrà un minor dispendio di energia, ma soprattutto un beneficio fisico, si apprenderà l’atteggiamento corretto per affrontare qualsiasi situazione e ritorneremo ad essere padroni dei nostri comportamenti. La rabbia, inoltre, è l'emozione negativa che più di tutte ci fa consumare energia.  Quando meditiamo, o utilizziamo Reiki, il beneficio che ne traiamo è quello di caricarsi di energia vitale. E’ come se dopo un'ora di pratica versassimo, nel conto corrente  della banca energetica, una determinata quantità di energia. Quando ci arrabbiamo, quell’energia accumulata con un'ora di pratica, viene consumata più o meno in un minuto di tempo.  Comprendiamo quindi come non sia sufficiente soltanto meditare e utilizzare tutti quegli strumenti che ci caricano di energia,  occorre lavorare contestualmente per evitare di disperdere questa energia accumulata.  Ognuno di noi nasce karmicamente con un deposito nella banca dell'energia: attraverso uno stile di vita errato e continue emozioni negative continuiamo a prelevare energia da questo conto. Quando il nostro conto sarà prosciugato, avrà termine la nostra vita.  Se imparassimo ad effettuare dei versamenti in questo conto attraverso la pratica della meditazione, del Reiki e del karma yoga ci garantiremmo sicuramente una vita più lunga e appagante. Pensate a quanto benessere ulteriore otterremmo se, oltre a “versare” energie su questo conto, limitassimo anche i prelievi!  

  2-Shimpai suna = Non ti preoccupare

pre-occuparsi significa occuparsi di qualcosa prima che accada (proiezione nel futuro) oppure temere per il ripetersi di esperienze negative o dolorose già vissute in passato. Se questo è vero, le preoccupazioni non sembrano essere molto utili al raggiungimento del nostro obiettivo di vivere il più possibile nel presente! In più, l’ansia che accompagna le nostre preoccupazioni può portare alla manifestazione di diverse patologie. Qualsiasi tipo di preoccupazione  è una conseguenza di una nostra paura. Anche in questo caso, come suggerito per la gestione della rabbia, il metodo per imparare a trascendere le nostre preoccupazioni è quello di recitare varie volte durante il giorno i 5 principi - così da entrare in contatto con il nostro stato emotivo -, eseguire qualche respirazione hado e poi applicare la meditazione analitica.   I prossimi tre principi rappresentano le cose positive e virtuose che dobbiamo imparare ad applicare durante la nostra giornata.  

  3-Kansha shite = Sii grato: 

questo principio è un invito ad essere grati per tutto ciò che la vita ci propone, nel bene o nel male (apparente), poiché  ogni esperienza è una benedizione del cielo e un’opportunità di crescita. Dobbiamo essere grati per tutto ciò che abbiamo e per tutto ciò che vorremmo avere, ma soprattutto, essere grati per tutto ciò che ci causa malessere e sofferenza. Sono proprio queste esperienze, apparentemente negative, a darci l'opportunità di vedere e riconoscere tutti quegli schemi mentali che generano in noi sofferenza. Nostro compito, e scopo della nostra vita, è quello di evolverci non solo negli aspetti materiali ma soprattutto nella nostra mente e nella nostra coscienza; per far ciò è fondamentale riconoscere che ogni causa di malessere non appartiene al mondo esterno ma solo ed esclusivamente al nostro mondo interiore.  
Quindi anche la persona che ci tratta male è in realtà una benedizione perché ci dà l'opportunità di superare un nostro limite e di imparare a spezzare la catena azione-emozione-reazione.  L'aspirante spirituale consapevole ringrazia umilmente qualsiasi esperienza o persona che metta in evidenza i suoi punti deboli: questi   eventi e queste persone non sono altro che un dono di Dio. Dio, nella sua infinità bontà, ci mette di fronte ai nostri limiti solo quando in noi ci sono forza e capacità necessarie a poterne fare tesoro. 
Così come dobbiamo ringraziare quando riceviamo qualcosa di positivo, dobbiamo dunque ancor più imparare a ringraziare quando la vita ci mette di fronte situazioni e/o persone spiacevoli: è attraverso di loro che possiamo fare un lavoro efficace di destrutturazione dell’inconscio.   

  4-Gyo wo hageme = Svolgi il tuo lavoro con dedizione 

questo principio ha in realtà una doppia valenza, una con riferimento al lavoro materiale, esteriore, per il sostentamento della vita, l’altra con riferimento al lavoro “interiore”, spirituale, come crescita personale.  Lavorare onestamente significa non danneggiare o sopraffare gli altri a proprio beneficio e chiedere il giusto compenso, né più né meno di quello che ci spetta per il lavoro svolto.  
  Con lavoro “interiore” intendiamo invece la crescita personale, quella che permette di essere veramente noi stessi, diventando consapevoli di ciò che siamo e di ciò che possiamo donare con il cuore. Svolgere il proprio lavoro con dedizione può applicarsi a diversi campi di azione, che sintetizzerò in tre punti:

  1. impegnarsi quotidianamente durante tutta la giornata ad applicare tutti quegli strumenti che ci sono stati dati per lavorare su noi stessi. Ciò significa dedicare tutti i giorni il giusto tempo alla meditazione,  impegnarsi nel controllo della mente  e fare un po’ di servizio al prossimo (karma yoga);
  2. fare qualsiasi cosa con la massima concentrazione possibile,  come se stessimo meditando.  Grazie all'esperienza che andremo a maturare con la meditazione, diventeremo capaci di riprodurre lo stesso grado di concentrazione utilizzato durante la pratica in qualsiasi attività.  Sarà sufficiente portare consapevolmente l'attenzione sul respiro per richiamare lo stato di presenza della meditazione.  Così facendo, qualsiasi nostra attività verrà svolta al meglio,  in un minor tempo e con maggiore a pagamento;
Svolgere con dedizione una qualsiasi attività solo attraverso la concentrazione rischia alla lunga di gonfiare alcuni aspetti del nostro ego. I maestri spirituali insegnano che prima di focalizzarsi su un pensiero,  di utilizzare la parola o di compiere delle azioni dovremmo porci questa domanda: “Questo pensiero, queste parole o questa azione possono essere un torto  o arrecare danno a qualcuno?”.  
Facciamo alcuni esempi per comprendere bene questo concetto. Pensare male di qualcuno è un qualcosa di molto dannoso poiché l'energia negativa generata da questo pensiero raggiungerà la persona oggetto del nostro pensiero riversando su di lei questa bomba di energia negativa.  Immaginiamo di essere in macchina. Stiamo guidando tranquillamente quando, all’improvviso, un automobilista ci taglia maldestramente la strada. 
La prima reazione è quasi sempre quella di tirare qualche accidente all’automobilista,  talvolta ci spingiamo anche oltre, arrivando ad augurargli di fare un brutto incidente. Proseguiamo qualche chilometro lungo il nostro percorso e notiamo che l’automobile che ci aveva tagliato la strada è finita fuori strada! La parte razionale della mente ci porterà a dire: “Beh, se l’è meritato! Guidava come un matto!”, ma le cose non stanno esattamente così. 
L'energia negativa che abbiamo inviato a quell’automobilista con il nostro pensiero ha infatti influito ulteriormente sulla sua condotta negligente, favorendo e aumentando le probabilità di incidente. Tutto questo si chiama karma, conseguenza della legge di risonanza (o “simile attira simile”):  il suo comportamento sconsiderato alla guida dell'auto ha creato le condizioni per attirare le nostre maledizioni,  che,  come un carico di briscola, hanno favorito ed accelerato gli eventi  affinché questa persona facesse l'esperienza dell'incidente. In realtà, nonostante l'apparente risvolto negativo, se l'automobilista in questione sarà in grado di valutare con saggezza e consapevolezza quanto gli è capitato, potrà lavorare per modificare quegli aspetti del carattere che lo hanno portato a guidare in modo sconsiderato. 
Se invece, come spesso succede, l’esperienza negativa viene vista come un caso, un accanimento della sfortuna nei nostri confronti, allora la vita gli riproporrà molte altre situazioni analoghe.  Se l’autista negligente dovrà modificare il suo comportamento, anche a noi è richiesto di cambiare la qualità dei nostri pensieri e di uscire dal meccanismo delle reazioni automatiche. Nel caso dell’esempio sarebbe stato molto più opportuno formulare un pensiero di questo tipo: “ Signore, aiuta questo mio fratello a guidare con maggiore attenzione e consapevolezza”. O, ancor più semplicemente, sarebbe stato sufficiente affermare con consapevolezza e cuore aperto “ io ti perdono” al posto di inveire contro di lui. Nel momento in cui generiamo questi pensieri stiamo in realtà agendo come dei giustizieri:  ci  ergiamo su un pulpito, puntiamo il dito e giudichiamo il comportamento altrui,  del  tutto ignari delle motivazioni alla base di quel comportamento.  Magari quell’automobilista stava correndo perché aveva ricevuto la notizia che suo figlio aveva avuto un incidente ed era ricoverato in gravi condizioni all'ospedale.  Ricordiamoci, dunque, che non è mai funzionale e positivo emettere giudizi o sentenze  in merito ai comportamenti delle persone con cui entriamo in contatto. 

Il nostro comportamento e le nostre aspettative nei confronti degli altri  esercitano un grande potere sugli stati interni ed emotivi delle persone a cui sono rivolti i nostri pensieri e le nostre aspettative.  Molti anni fa partecipai a un corso di ipnosi e programmazione neuro linguistica.  Un giorno, il tema della lezione riguardava le aspettative.  L'insegnante fece questo esempio: in molti college negli Stati Uniti si usa fare il test sul Quoziente di Intelligenza degli alunni. Una volta ottenuti i risultati, questi vengono comunicati agli insegnanti e gli alunni vengono divisi in tre categorie: quelli con un alto quoziente intellettivo,  quelli con un quoziente intellettivo medio  e quelli con un quoziente intellettivo basso. Una volta gli psicologi decisero di condurre un esperimento per verificare quanto il fatto che insegnanti e allievi fossero a conoscenza del risultato del test potesse influire sul loro rispettivo rendimento.  Così decisero di suddividere i ragazzi in tre gruppi con quozienti intellettivi misti, comunicando invece agli insegnanti che uno era composto da Q.I. alto, uno da Q.I. medio e uno da Q.I. basso. 

A fine anno gli psicologi hanno sottoposto nuovamente agli alunni il test di intelligenza e i risultati ottenuti furono sconvolgenti. Tutti gli allievi che gli insegnanti credevano avessero il quoziente intellettivo più alto, erano addirittura migliorati: il loro Q.I. era ulteriormente salito;  gli allievi che gli insegnanti credevano avessero un quoziente medio sono rimasti pressoché stabili; la categoria di quelli  che gli insegnanti credevano con il quoziente  intellettivo più basso erano tutti peggiorati. Cosa ha  messo in essere  questo processo di trasformazione?  L’aspettativa, la semplice aspettativa dell'insegnante sull’allievo.  Ciò è possibile perché inconsciamente l'insegnante si comporterà in maniera diversa a seconda del livello dell’audience che avrà di fronte: con gli allievi con un Q.I. più alto, sarà più accondiscendente, e anche il suo linguaggio non verbale mostrerà questa qualità; con quelli con Q.I. medio, sarà neutro, mentre con quelli con Q.I. basso adotterà un atteggiamento più brusco. Inoltre l’insegnante penserà che i migliori siano in grado di capirlo perfettamente, gli intermedi così così, mentre l’ultima categoria è ritenuta incapace di apprendere. Sono proprio queste aspettative ad influire sui risultati scolastici degli allievi.   Questo esempio serve a farci comprendere come le persone,  ma anche l'universo,  risponda esattamente alle nostre aspettative.   Madre Teresa di Calcutta, quando quando veniva invitata a manifestazioni contro la guerra, usava dire: “Io non partecipo a manifestazioni contro la guerra,  ma  sarò felice di partecipare a tutte le manifestazioni per la pace!”. Essere contro genera energia negativa, di conflitto; essere per qualcosa di buono, come la pace, genera energia positiva, di pace. 

  1. il terzo punto riguarda il nostro lavoro, quello che facciamo per il nostro sostentamento. Come già spiegato in precedenza, l'ideale sarebbe che ognuno di noi svolgesse un lavoro che fosse espressione di un proprio talento.  Quando una persona svolge un lavoro che le piace, in realtà è come se non lavorasse affatto e fosse pagata per divertirsi; quando invece la nostra professione e la gran parte dei compiti che ci troviamo a svolgere durante la giornata non ci appagano in nessun modo, proveremo sempre un senso di insoddisfazione e di fallimento.  Il lavoro è l'attività che occupa più tempo della nostra vita e per questo può diventare una delle maggiori soddisfazioni della vita oppure la maggiore fonte di tensione e di infelicità. Fare un lavoro che ci soddisfa migliora sicuramente la qualità della vita, ma non è sufficiente al raggiungimento della vera felicità. 
Quando mi capita di chiedere alle persone se sono soddisfatte del lavoro che svolgono, la maggior parte di loro risponde di no. Allora chiedo le motivazioni che le portano a continuare tale lavoro,  e la risposta prevedibile che accomuna tutti è “Perché devo sopravvivere”. Questa è la condizione in cui si trova la maggior parte della popolazione terrestre. Ciò che è peggio è che molte di queste persone non prendono nemmeno in considerazione la possibilità di cambiare professione perché sono guidate inconsciamente dalla paura: la paura di restare senza denaro. Questa paura le porta a  continuare a svolgere un lavoro che non piace, molto spesso sottopagato e in contesti sfavorevoli,  soltanto per vedere salire sul conto lo stipendio mensile, convinti che senza di esso non sia possibile vivere. A ben vedere, però, soltanto una parte di ciò che guadagniamo mensilmente serve effettivamente per garantirci la sopravvivenza; l’altra parte serve a soddisfare i finti bisogni della nostra mente: vestirsi in un certo modo,  comprarsi la casa dei sogni, una bella automobile,  il cellulare di ultima generazione,  la SmartTV da 60 pollici  e così via.  

Tutti questi sono finti bisogni, desideri che apportano soltanto una fugace soddisfazione ben lontana per natura e intensità dalla vera felicità. Quando desideriamo qualcosa, infatti, ci troviamo in uno stato di agitazione mentale e, una volta ottenuto l'oggetto del desiderio, nel migliore dei casi la felicità dura pochi giorni,  poi la mente genererà un nuovo desiderio, e così all’infinito. Quante volte abbiamo affermato - o abbiamo sentito affermare - “Sarò felice solo quando…” e la frase potrebbe completarsi in mille modi diversi: quando otterrò un determinato risultato, quando mi sposerò, quando avrò dei figli, quando avrò la casa o la macchina nuova, quando… e via discorrendo.  
 Una volta ottenuto l’oggetto del desiderio può anche succedere di  sviluppare un forte attaccamento nei confronti dell’oggetto stesso, con la conseguente paura di perderlo.  In entrambe le situazioni,tanto nel desiderio quanto nell’attaccamento, la mente  sarà in perenne stato di agitazione. Lavorare con la motivazione inconscia, o conscia Che il lavoro ha lo scopo di soddisfare questi questi finti bisogni a mio avviso equivale ad essere delle prostitute.  vendiamo non solo il corpo ma anche la nostra mente è la nostra vita per La mera illusione di ottenere la felicità attraverso tutto ciò che in realtà genera tensione mentale paura e di conseguenza infelicità malessere e malattia. 

 Come possiamo risolvere questa situazione?  I Maestri come Usui  consigliano di rendere ogni nostra azione una sorta di karma yoga,  una sorta di servizio all'umanità: indipendentemente dalla mansione svolta o dal ruolo ricoperto all’interno dell’azienda, qualsiasi lavoro si faccia deve essere approcciato con l’attitudine di servire gli altri.  Con questo atteggiamento di base, anche il lavoro più degradante, il compito più umiliante acquistano un senso profondo, diventando occasioni di crescita spirituale enormi. Ogni gesto verrà spiritualizzato - poiché compiuto con lo scopo di aiutare l’umanità, di servire il prossimo - e sarà fonte di gioia: non vi è gioia più grande al mondo di quella provata nel rendere felici gli altri. L'essere umano può sperimentare solo due tipi di vera gioia, e questo è possibile soltanto nel servizio degli altri. Immaginiamo di nutrire un bambino affamato: vedere i suoi occhi che si illuminano davanti a un piatto gustoso e nutriente è forse una delle gioie più grandi che l'essere umano possa sperimentare.

Questa gioia è di tipo immediato, poiché provata in seguito a una nostra buona azione. Vi è anche un altro tipo di gioia che si manifesterà in seguito alla nostra buona azione proprio grazie al buon karma che abbiamo seminato.  Quando arriveremo a dimenticarci di noi stessi nel servizio disinteressato all’umanità passeremo dall’io  al noi e la nostra coscienza si espanderà all’infinito fino a raggiungere la divinità che è dentro di noi.  Solo impegnandoci  e sviluppando questa attitudine mentale,  riusciremo a cambiare la nostra vita e quella degli altri.   tutto ciò che esiste e manifestazione di Dio,  tutto ciò che esiste è Dio manifesto in quella forma. Rivolgerti alla vita e alla creazione consapevole che tutto ciò che puoi vedere udire  toccare gustare odorare o semplicemente percepire intuitivamente non è altro che Dio.  Riassumendo svolgere il proprio lavoro con dedizione significa con concentrazione con la consapevolezza che qualsiasi cosa pensiamo facciamo diciamo non rechi danno ad alcuno nell'universo,  ma soprattutto cerchiamo di fare ogni cosa con latitudine del Karma Yogi.  

  5-Hito ni shinsetsu ni = Sii gentile con tutte le persone:

La traduzione letterale del quinto precetto del Reiki è: “Sii gentile con le persone”, ma occorre precisare che con il termine “persone” in realtà si intendono tutti gli essere viventi (animali, piante, ecc.). La gentilezza è un principio comportamentale molto diffuso nel Buddismo, rintracciabile anche in molti insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama, basati appunto sull’apprendimento della qualità della gentilezza. L’attitudine alla gentilezza è una naturale conseguenza di una mente calma e pacifica. Una modalità molto efficace per riuscire a tranquillizzare la propria mente è quella di cercare di comportarsi come se già fossi in quello stato di coscienza. Il nostro compito relativamente a questo quinto principio è quello di cercare ad essere gentili con tutti, indipendentemente dalle situazioni,  dalle circostanze e dalle persone che ci si presentano. È l'impegno, da parte nostra, a cercare di non arrecare danno a nessun essere vivente. Essere gentili soltanto con le persone con le quali ci troviamo a nostro agio o per rispetto a un codice di comportamento non è sufficiente: ciò che dobbiamo sviluppare è la capacità di usare gentilezza in maniera autentica, in qualsiasi circostanza, anche con chi non stimiamo o con chi ci ha ferito in passato. Un animo gentile è attento ai bisogni degli altri e s’impegnerà in modo da non arrecare danno alcuno. La stessa gentilezza che rivolgeremo ai nostri simili andrà mostrata nei confronti di ogni creatura vivente, sia essa appartenente al mondo vegetale o a quello animale. Tutto il creato è infatti manifestazione della stessa Coscienza Cosmica che ha dato origine all’uomo. vi faccio un esempio per comprendere meglio questo concetto,  come molti sono anch'io un amante della natura e quando posso non mi nego la possibilità di camminare nei boschi o nei prati,  quando faccio ciò se cammino in un prato porto molta attenzione a dove metto i piedi,  faccio di tutto per evitare di schiacciare I fiori che ci sono nel prato.  In quanto sono convinto che essi non gradiscono assolutamente di essere calpestati dai nostri piedi distratti.  l'erba fortunatamente ha la caratteristica di piegarsi ma non spezzarsi un fiore Purtroppo nella maggior parte dei casi quando viene calpestato si spezza. 

  La migliore “palestra” per la pratica dei cinque principi 

  Dopo aver ampiamente analizzato i cinque principi del Reiki, penso possa essere utile sapere quale sia “palestra” migliore che consenta di esercitarsi a fondo nella loro applicazione.  Questo “luogo” d’eccezione è in realtà proprio quello in cui l’essere umano riesce a dare il peggio di sé, quello in cui non esiste più alcun freno inibitore e in cui spesso avvengono gli episodi di violenza più brutale: la famiglia. Tutti i Maestri insegnano che è fondamentale cercare di applicare i precetti comportamentali in primo luogo in famiglia, poiché essa rappresenta il nostro microcosmo relazionale e comportamentale.  Nei miei corsi dico sempre ai miei allievi che se vogliono avere un metro di misura dei propri progressi spirituali,  devono fare una sincera autoanalisi su come si sono modificati i loro comportamenti nel contesto familiare.  Concludendo ti ricordo che 5 principi sono un potente strumento che ci da l'opportunità di  controllare la nostra mente e mantenerla nel qui e ora.  ci permettono  di essere in Costante autoanalisi Per non cadere in balia degli automatismi dei nostri schemi mentali. 

IDEOGRAMMA REIKI SIGNIFICATO

Ideogramma Reiki
Ideogramma Reiki antico
Questa è la scritta Reiki nel Kanji Giapponese, nella sua versione più antica. Gli altri Kanji che trovate raffigurati nel sito nel web e sui libri sono quelli moderni. Qui sotto trovate la spiegazione del simbolismo racchiuso nel Kanji Reiki antico. Buona lettura ci rivediamo in una prossima pagina.

Dopo aver esplorato la Storia di ReiKi, carica di significati simbolici che rimandano all'eterna vicenda della ricerca della Verità e di Dio da parte dell'Uomo, vediamo ora di approfondire ulteriormente l'argomento attraverso l'analisi del pittogramma ReiKi.

IDEOGRAMMA REIKI SIGNIFICATO

reiki_ideogramma_1  All’inizio vi è il cielo limpido, pulito - la Fonte il creatore Cielo/Uno/Dio

 

ma ecco che arriva una nuvola inizia il movimento nella creazione, materia allo stato gassoso. reiki_ideogramma_2

 

reiki_ideogramma_3

“Ame” pioggia. “Nel cielo, le nuvole gravide lasciano cadere la pioggia”. Materia solida

(3 per indicare la pluralità, cioè più di uno) Lo Spirito discende nella materia, la materia fatta uomo riceve l'anima che si incarna dall’alto,reiki_ideogramma_4

reiki_ideogramma_5

…..l'uomo nel tempio inizia  una vita spirituale per ritrovare la via verso il cratore

Ecco di nuovo la pioggia intesa come ciclo fisico dell’acqua nel cielo; probabilmente in questo kanji l’acqua è intesa nei suoi tre stati fisici: liquido (pioggia), solido, (neve o grandine) che cadono e gassoso (vapore) che sale.reiki_ideogramma_6

“La pioggia cade sulla terra.” Qui invece abbiamo il movimento ciclico dell’acqua nel terreno: la pioggia cade sulla terra scende a valle, risale come vapore (ciclo dell’acqua nel cielo), si condensa e re‑inizia il movimento ciclico.

 

reiki_ideogramma_7“Riso nella risaia.” Il ciclo dell’acqua alimenta le piante, in particolare il riso che cresce e serve per nutrire gli uomini.

In questo video Gianluigi Costa spiega dettagliatamente l'ideogramma reiki e il suo significato analizzando ogni singolo segno che compone l'ideogramma reiki. L'ideogramma stesso è un insieme di ideogrammi che lo compongono nella sua totalità.

L'ideogramma Reiki, un viaggio nella creazione...